Nel suo articolo Scrittori, censori e lettori russi (1958), incluso nelle Lezioni di letteratura russa, Nabokov inserisce due brani che presenta come “citazioni” tratte da Un cuore grande, romanzo inesistente di tale Antonov, e dal romanzo Energia di Fëdor Gladkov, famoso esponente del realismo socialista. L’analisi di alcuni scritti di Nabokov dedicati alla letteratura sovietica a lui contemporanea permette tuttavia di smascherare i due ‘falsi d’autore’, che si rivelano divertissement letterari ad opera di Nabokov stesso: la prima ‘citazione’ è una sorta di beffarda parodia delle virtù degli eroi letterari sovietici; la seconda, lungi dall’essere una ripresa testuale dell’opera monumentale di Gladkov, è invece una complessa interpolazione di passi diversi, giocata sul filo della mistificazione. La lama affilata della sua critica non disdegna nessuna arma, neppure la manipolazione spinta sino alla creazione di veri e propri ‘falsi d’autore’. Testimonianze di questi peculiari processi creativi si trovano in alcuni suoi scritti critici, in particolare Qualche parola sullo squallore della bellettristica sovietica, e un tentativo di stabilire le cause della stessa (1926) e Il trionfo della virtù (1930), nonché in alcune lettere del periodo berlinese alla moglie Vera.