Nelle poesie di Blok si constata il frequente ritorno di alcune presenze lessicali. L’analisi dimostra che spesso non di una semplice ripetizione si tratta, ma di un percorso, per cui un nome/immagine può risolversi in simbolo. In questa prospettiva l’A. ha sviluppato la sua indagine sul nome “gru” (žuravl’). Tale termine ricorre in dieci diverse occasioni. La prima volta esso compare in Kak muči tel’no dumat’ o sčast’e bylom (1898) in cui mostra un valore solo esornativo. Nelle poesie successive “žuravl’” conosce un processo ossimorico. Tappe importanti di questo “volo” sono le poesie Zolotistuju dolinoj (1902) e V uglu divana (1907) in cui la gru appare la sintesi di silenzio e di movimento: per il poeta russo, le due forze fondamentali della creazione artistica. Un nuovo sviluppo ha luogo in Rus’; in questa poesia l’uccello diventa lo stemma della Russia. Punto d’arrivo del trampoliere è la settima lirica, Verby – ėto vesennjaja tal’ (1914) della raccolta Carmen: qui esso si presenta come la superiore sintesi dei precedenti valori, una lievitazione favorita dal suo coinvolgimento con la grande storia.