Il saggio riguarda la breve vicenda della Comunità israelitica di Udine-San Daniele del Friuli, fondata il 20 gennaio 1929 grazie all’iniziativa di nove capifamiglia, cui aderirono circa 80 persone, che rimase in funzione fino all’autunno del 1931, in quanto essa non riuscì ad ottenere il riconoscimento giuridico da parte dello Stato. Infatti, in seguito alla promulgazione della Legge Falco del 30 ottobre 1930, che regolamentò l’intero assetto organizzativo dell’ebraismo italiano e del successivo Regio Decreto 24 settembre 1931, secondo il quale la Comunità israelitica di Gorizia comprendeva anche la Provincia di Udine, la neonata Comunità di Udine-San Daniele del Friuli venne unità a quella di Gorizia. La situazione degli ebrei udinesi viene comparata con quella assai differente degli ebrei di Treviso, Bologna e Napoli, le cui Comunità non tentarono mai una fusione con le altre presenti nelle aree limitrofe.
