La presenza della riflessione di Antonio Gramsci all'interno della geografia italiana è limitata. Questo perchè il percorso politico della disciplina ha tenuto lontano per lungo tempo un approccio critico alla lettura del paesaggio e un'interpretazione materialistica dei percorsi di trasformazione del territorio. Le tematiche gramsciane si inseriscono nel dibattito geografico italiano con attraverso il confronto fra Emilio Sereni e Lucio Gambi, senza però esplicitarne la fonte (che viene data per sottintesa). L'arrivo della generazione successiva, quella che comprende la fase di "Geografia democratica" supera l'attribuzione, richiamandosi direttamente alla produzione marxiana, tralasciando l'interpretazione originaria e specifica per l'Italia della stessa proposta da Gramsci.