Lo studio fa il punto sul carteggio dell’abate Antonio Conti, uno degli epistolari più importanti del sec. XVIII, per la larghezza dei rapporti, intrattenuti con i maggiori intellettuali del tempo e per la complessità` e l’importanza dei problemi dibattuti. Il saggio censisce le vicende della dispersione delle lettere, che dagli eredi (in particolare Giuseppe Toaldo) rifluirono sul mercato ed oggi, in parte, sono conservate in alcune grandi collezioni di autografi. In particolare, l'analisi si vale delle lettere intercorse fra Giuseppe Toaldo, devoto custode delle carte del Conti, e il collezionista Giulio Bernardino Tomitano, che consentono di scorgere i modi e i canali che portarono gli autografi ad allontanarsi da Padova. Infine, sulla base degli autografi conservati e del sistema caratteristico di numerazione, il lavoro fa luce sulla consistenza dei due volumi che riunivano le lettere dei corrispondenti, ad opera, forse, dello stesso Tomitano. Due regesti conclusivi fanno il bilancio delle conoscenze attuali, in merito, rispettivamente, ai due volumi citati di lettere dei corrispondenti e al carteggio nel suo complesso, vale a dire ai nomi di tutti i corrispondenti sicuri e alle lettere di ognuno di/a Conti.