In accordo con l’opinione comune a diversi filosofi antichi, Seneca crede che l’insegnamento della morale non sia sufficiente per ottenere la saggezza, ma debba esserci un allenamento nella meditatio, i cui principi sono esposti all’inizio della sua Epistola n. 16. Questa meditatio consiste in esercizi quotidiani di diverso tipo, la maggior parte spesso nella forma di un dialogo indirizzato a sé, sia in silenzio che a voce alta, o anche nella forma scritta, ma senza alcuna intenzione renderla pubblica. Uno dei propositi di questo discorso è quello di imparare a creare la corretta rappresentazione mentale, in conformità con la dottrina dell’etica; poi, quando queste rappresentazioni sono false e pertanto diventano creatrici di passioni, l’esercizio discorsivo viene rivolto alla correzione di queste servendosi di una serie di processi retorici. According to a belief common to various ancient philosophies, Seneca believes that the teaching of morality is not sufficient to achieve wisdom, but there must be a training in meditatio, whose principles are set out at the beginning of his Epistle 16. This meditatio consists of daily exercises of various kinds, most often in the form of a speech addressed to oneself, either silently or aloud, or even in writing, but devoid of any intention of publishing it. One of the purposes of this discourse is to learn to give correct mental representations, conforming to the ethical doctrine; thus, when these representations are false and therefore become creators of passions, the speech exercise is aimed at correcting them by means of a series of rhetorical processes.