Il saggio si incentra sul periodo passato da Eugenio Colorni e dalla moglie Ursula Hierschmann a Trieste alla fine degli anni Trenta, con particolare riferimento alle loro reti di relazioni italiane e internazionali con altri correligionari, Il saggio prende in esame la sua appartenenza all'ebraismo come nuova prospettiva di lettura di una militanza antifascista. Attraverso Colorni viene analizzato anche l'ambiente antifascista triestino di origine ebraica, con particolare riferimento alle figure di Bruno Pincherle e dii Eugenio Curiel.