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Linuccia Saba e il cinema, un sogno negato. Due soggetti ritrovati

Saba, Linuccia
2019
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Abstract
Due soggetti di sapore neorealista, scritti per il cinema da Linuccia Saba alla fine degli anni Quaranta, ritrovati fra i copioni della regista Anna Gruber conservati alla Biblioteca Civica di Trieste, invitano a esplorare il rapporto della famiglia Saba e della città con la settima arte. Nel saggio introduttivo Marina Silvestri ricostruisce il ruolo dello zio Enrico Wölfler gestore di cinema e teatri, la stagione in cui il padre Umberto ideò slogan per il Cinema Italia, la figura del marito, Lionello Zorn Giorni scenografo e sceneggiatore, e il legame con lo scrittore e pittore Carlo Levi; tasselli di una vita trascorsa fra Trieste e Roma con rimandi alla rete di amicizie che Linuccia ebbe nel mondo artistico e cinematografico che frequentava il suo attico di via Due Macelli. Il critico e storico del cinema Sergio M. Grmek Germani osserva: «Se <i>Il triangolo della virtù </i>si lascia forse prendere troppo dalla voglia di sorprendere con invenzioni di trama,<i> Una storia milanese</i> è un racconto perfetto e commovente».
Archivio
http://hdl.handle.net/10077/29573
Diritti
open access
Soggetti
  • Linuccia Saba

  • Enrico Wölfler

  • Carlo Levi

Visualizzazioni
1
Data di acquisizione
Jun 8, 2022
Vedi dettagli
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