In philosophy of language plural reference has received much less attention than singular reference. This paper suggests that this is at least partly due to the classical interpretation of predicates as functions from objects to truth-values. Such functions only admit for singular arguments and this has led either to a lack of attention to the plural reference or even to the attempt to reduce it to singular reference. This paper has two objectives: the first is to show that attempts to reduce the plural reference to singular reference fail; the second is to sketch a theory of predication, different from the traditional one, which is compatible with the plural reference. In filosofia del linguaggio il riferimento plurale ha ricevuto un'attenzione molto minore rispetto a quello singolare. In questo articolo viene avanzata l'ipotesi che ciò sia almeno in parte dovuto alla classica interpretazione dei predicati come funzioni da oggetti a valori di verità. Poiché funzioni di questo tipo possono accettare solo argomenti singolari, ciò ha portato o a una scarsa attenzione nei confronti del riferimento plurale o addirittura al tentativo di ridurlo a quello singolare. Due sono gli obiettivi di questo saggio: il primo è quello di mostrare che i tentativi di ridurre il riferimento plurale a quello singolare falliscono, il secondo quello di abbozzare una teoria della predicazione alternativa a quella tradizionale che sia compatibile con il riferimento plurale.