La dominazione francese in Friuli (1805-1813) determina per il Friuli e la città capoluogo,
Udine, una serie di innovazioni (quali il catasto) che si confermano durante il
governo austriaco fino al passaggio al regno d’Italia (1866).
I piani regolatori del 1878 e 1880 hanno l’obiettivo di governare il processo di ampliamento
dopo la demolizione della cinta muraria. La visione complessiva è assente,
poiché per motivi di gestione politica, si preferisce un metodo di approccio legato a
singole situazioni. Gli interventi effettuati confermano che, come in molte altre città
italiane e europee, l’urbanistica è riconducibile a un indirizzo sanitario, mentre l’attenzione
al tema architettonico matura soltanto nel piano del 1899. Dalla lettura dei verbali
del consiglio comunale si evidenzia la contrapposizione tra interesse privato e
pubblico in particolare sul tema dell’esproprio, ma anche l’emergere di una classe di
imprenditori portatrice di interessi che sono destinati a mutare il volto della città.