L'articolo propone una lettura di un rituale sciamanico di investitura in Mongolia orientale, indagando la dialettica di sacro e profano attraverso la figura dello sciamano, intesa come mediatore del sacro, nella contemporaneità.
L'articolo è frutto di una ricerca svolta durante l’estate 2006 in Mongolia, con una borsa di studio offerta dal Ministero per gli Affari Esteri in collaborazione con il Consolato di Mongolia per l’Italia e la NUM-National University of Mongolia.