Il codicetto Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Suppl. gr. 55 contiene l’Alcibiade I e l’Alcibiade II platonici, con maldestre interpolazioni testuali, derivate in parte dagli scolii, in parte però – come già segnalato da A. Carlini – da fini e peculiari osservazioni umanistiche, poi per lo più cassate da una mano che corresse sistematicamente il testo. Mediante l’incrocio di indizi si ricostruisce la storia del manoscritto, che deve essere appartenuto nel primo ’500 ad Aulo Giano Parrasio e prima alla biblioteca Barbaro, a Venezia, e la mano correttrice è identificata come quella di Francesco Barbaro. Dietro le lezioni e le interpolazioni più ‘interessanti’ del codice si intravede la lezione di Guarino e forse di Manuele Crisolora.