Prendendo in esame quattro dizionari bilingui, due pubblicati in Italia (da Julia Dobrovolskaja, 2011, e da Vladimir Kovalev, 2014) e due in Russia (da Aldo Canestri, 2006, e da Majzel’-Skvorcova, 1972), l’articolo si propone di gettare luce sul trattamento che ciascuno di essi riserva alle categorie della politica e dell’ideologia, del turpiloquio, degli stereotipi legati al genere e infine alle parole culturospecifiche. Ad una lettura attenta questi dizionari, che sono stati allestiti in periodi e contesti culturali tra loro assai differenti, mostrano chiaramente l’influsso dell’ambiente in cui sono stati concepiti, e testimoniano una volta di più quanto sia delicato il ruolo di ciascun compilatore, a livello linguistico e soprattutto culturale.