Il libro di Alberto Pavan non è un semplice verbale di viaggio, ma è intessuto delle impressioni che i diversi luoghi destano in un uomo colto e sensibile, dotato di «una sorta di sentimento storico e memoriale» e capace di coltivare un dialogo intimo e diuturno con il paesaggio naturale. Percorsi diversi che inanellano un unico itinerario di conoscenza, dunque, nel quale si spianano «i nessi tra le parole e le cose». Spunti per pellegrinaggi laici, che offrono al visitatore attento l’occasione per compiere piccoli rituali di consapevolezza: su quanto resta di una civiltà, di una cultura, di un modo di interagire con la natura e di abitarla. E insieme un esercizio continuo di cesello per ottenere una scrittura caratterizzata da grande ricercatezza, capace di attingere a un linguaggio raffinato e a un lessico vastissimo, delicatamente realistica nel ritrarre i paesaggi, i luoghi e le persone che li abitano, evocativa nel narrare esperienze di viaggio e momenti di vita.