Dopo una rapida introduzione sui rapporti non facili tra le due anime del cattolicesimo, quella liberale e quella autoritaria, sullo sfondo dei rivolgimenti politici e sociali della prima metà dell’Ottocento, si considera il romanzo cattolico del XIX secolo, con particolare riferimento al passaggio dall’impostazione dei Promessi sposi di Manzoni a quella di Fede e bellezza di Tommaseo, passaggio che comporta l’abbandono del punto di vista archimedeo del narratore onnisciente e l’adozione di un punto di vista meno alto, frammentato e relativo ai singoli personaggi, e caratterizzato da un’estrema attenzione ai moti della psiche sulla scorta delle esperienze personali dell’autore. Si propone un parallelo tra questa novità narrativa e certe innovazioni che si sarebbero presentate di lì a qualche tempo in altri campi del sapere.