Il saggio prende in esame l’attività della commissione austro-tedesca (Kunstschutzgruppe) che per un anno (dal novembre del 1917 all’inizio di novembre del 1918) s’ occupò della tutela del patrimonio artistico dei territori occupati in Friuli e nel Veneto in seguito alla rotta di Caporetto. L’attività di tale Commissione era stata ignorata dalla storiografia fascista e post bellica mentre è di particolare interesse, non solo perché costituisce il primo episodio del genere, ma anche perché ne fecero parte i maggiori storici dell’arte tedeschi dell’epoca come Hans Tietze, Georg, Dehio, Walter Mannovsky e Paul Clemen.