L’intervento pone una importante riflessione sul complicato rapporto tra Nietzsche e Shakespeare, in quanto nei suoi scritti giovanili troviamo una illimitata ammirazione dello scrittore inglese, invece negli scritti della maturità un giudizio distaccato. Il filosofo definisce Shakespeare il continuatore di Sofocle, dimostrando anche il suo superamento nel portare a compimento la dialettica teatrale, ossia esautora il valore dell’azione a favore della parola. Ma per Nietzsche il passato deve essere il mezzo e non il fine della vita, così come l’arte, una storia che deve essere espressione di reali bisogni e non di esaltazione del passato.