La società odierna rivolge sempre maggiore attenzione al corpo e alla sua rappresentazione e tale fenomeno viene indubbiamente enfatizzato dalla realtà mediatica dell’immagine nella quale siamo immersi. Ciò rende il corpo un’icona che si impone fortemente su tutte le altre caratteristiche psicologiche e di personalità dell’individuo, spesso con risultati negativi. Non a caso diversi studi hanno messo in luce come le sensazioni negative riguardanti l’inadeguatezza del proprio corpo siano correlate allo sviluppo dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Stice, Shaw, 2002), a loro volta associati a problemi fisici e psicologici a lungo termine (Wagner et al., 2006; Mascolo et al., 2012) nonché al più alto tasso di mortalità tra i disturbi psichiatrici (Smink, van Hoeken, Hoek, 2012). È ormai evidente che l’origine e il decorso dei disturbi alimentari (DA) abbiano un’eziologia multifattoriale e che, accanto ai più noti fattori psicologici, evolutivi, biologici e socioculturali, debbano essere presi in considerazione alcuni aspetti più prettamente cognitivi, tra
i quali la rappresentazione del corpo.