Venezia è sottesa in ogni immaginario urbano. Città anfibia, sospesa sulla laguna, trasforma l’acqua in terraferma. È un lavoro di ibridazione, una mescolanza che produce urbanità in un delicato e instabile equilibrio tra natura e artificio. Questo fenomeno urbano, insieme visibile e invisibile, è composto da sedimentazioni, memorie, progetti, a volte inimmaginabili e tuttavia legati ad un continuo e contradditorio avanzare. Saranno architetture, infrastrutture, paesaggi. Nuove forme rigeneratrici di figure salde o molli, entro il senso concettuale dell’unità spaziale e della continuità storica. Saranno anche progetti con rilevanza di segnali riconoscibili di un sistema in continua immutabile modificazione che raccoglie la fascinazione e il segreto di Venezia.
Le sperimentazioni didattiche qui raccolte prefigurano architetture per la città, interpretazioni dello spazio e del tempo dei luoghi di Venezia, facendosi utensili di conoscenza e ricerca, di memoria e invenzione. Esse individuano ruoli e figure preziose a costruire rapporti, interni al corpo urbano, tra i suoi luoghi spazio, con l’orizzonte lungo delle geografie lagunari. Misurano distanze, dislivelli, spazi fisici e visivi, costruiscono contesti, episodi urbani significativi entro l’unità formale insulare, sondano unità spaziali e potenzialità figurative. Sono frammenti di un racconto basato sull’uso produttivo di alcune immagini proprie della cultura figurativa veneziana. Sono ricerche sulla figurazione urbana che continuano a suggerire idee per l’architettura della città futura. Principi per tornare a considerare la città una questione di progetto.