Hannah Arendt (Linden 1906-New York 1975) è una figura preminente del panorama filosofico e intellettuale del Novecento. Il lavoro che qui proponiamo offre un’analisi delle sue principali opere con l’obiettivo di mostrare come la sua drammatica storia personale e la sua vita intellettuale siano indissolubilmente intrecciate tra loro, e come l’ampiezza dei temi affrontati, la profondità delle sue analisi, l’originalità delle sue intuizioni e delle sue teorie costituiscano un nuovo paradigma del pensiero filosofico e politico.
Questo paradigma è ancora attuale ed estremamente fertile, teso com’è a conciliare particolarità e universalità e a stabilire le condizioni che impediscano ai «nuovi inizi» di tradursi in nuove forme di sofferenza, di ingiustizia, di deprivazione, e che promuovano l’esercizio della libertà, il godimento dell’eguaglianza e il senso, che ciascuno e ciascuna deve poter avere, della propria dignità.