Nel saggio, veniva elaborata una proposta di canalizzazione del “dividendo sulla pace”, derivante dalla riduzione delle spese militari, per rimborsare parte del debito estero dei paesi in via di sviluppo presso le banche creditrici. Veniva invece criticata la proposta di indirizzare il dividendo per la pace agli aiuti allo sviluppo, perché i regimi del terzo mondo negli anni '80 erano spesso autoritari, e i loro governi erano comunque corrotti.