Partendo dall’idea che “migrazione” può voler dire non solo spostamento, ovvero passaggio da un luogo all’altro, ma soprattutto attraversamento di frontiere e confini fisici, culturali, linguistici e mentali, questo contributo vuole essere il tentativo di descrizione della migrazione non tanto quale spostamento geografico, bensì come spostamento temporale fra passato, presente e futuro dei migranti, i quali si ritrovano ad attraversare confini attraverso lingue, religioni e culture. Il racconto di questo viaggio temporale, dell’impatto con la Fremde, che causa conflitti di identità è reso qui grazie ad un breve excursus nella Migrationsliteratur di autori/migranti italiani in Germania a partire dagli anni ’50 del secolo scorso.