Tigor. Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica
Abstract
Quando la nozione di feticismo compare in un contesto
scientifico, si è soliti associarla al concetto di “primitivo”,
e perciò a quanto di esso ritorna, più o meno inquietantemente,
dentro la contemporaneità. Lo scopo di questo
saggio è mostrare come Auguste Comte, passo dopo passo
e in particolare nelle opere più tenacemente ignorate
dalla tradizione critica, arrivi a fare di questa categoria
un asse portante del suo positivismo, saldandola irrevocabilmente
ad altre innovazioni concettuali dell’epoca
moderna, come quelle evocate da neologismi quali “sociologia”
e “altruismo”. When the fethicism’s notion appears in a scientific
context, this is generally associated with the concept of
“primitive”, and thus with something that breaks out
into contemporaneity, more or less disturbingly. The
purpose of my essay is to show how Auguste Comte,
especially in those works that has been persistently
overlooked by traditional literary criticism, has progressively
turned this category into a central one of his
positivism, by irrevocably relating it to other conceptual
innovations of modern era, like those evoked by
neologisms such as “sociology” and “altruism”.