A cavaliere dei secc. XVII e XVII la vita artistica e letteraria, centrata tradizionalmente sul medium teatrale, si arricchisce delle nuove forme della comunicazione epistolare, divenute in breve lo strumento privilegiato della cultura e della sociabilità. L’incontro fra i due ambiti, teatrale ed epistolare, trova una sintesi ‘esemplare’ in Metastasio, che da riferimento obbligato della scena fin oltre la metà del secolo XVIII diviene in aggiunta un modello di scrittura epistolare, per la qualità dello stile e l’ampiezza degli interessi documentati, dalle arti letterarie, musicali e figurative, all’attualità politica, militare e diploma-tica. Su questo incrocio di forme e di interessi si concentrano i saggi qui raccolti, che guardano alla vita teatrale tra Sei e Settecento dalla specola privilegiata dello scambio di lettere e un’attenzione, anch’essa speciale, alla scena. A cominciare da quella viennese, e dal consolidarsi alla corte imperiale del prestigio degli autori e dei musicisti italiani, che ‘prepara’ l’affermazione di Metastasio, e dal progetto «M.E.T.A.» («Metastasio’s Epistolary Texts Archive») promosso dall’Università di Genova, finalizzato a una nuova edizione dell’epistolario metastasiano. Per continuare con le forme di mecenatismo e impresariato proprie dei Bentivoglio d’Aragona di Ferrara, una delle capitali tradizionali del teatro italiano; e ancora, con l’attività pubblicistica e teatrale nella Venezia dei fratelli Gozzi; la riflessione teorica sul rapporto musica e parola nel secondo Settecento, tra Cesarotti e Casti; la fortuna dei tentativi tragici del veronese Alessandro Carli, nel passaggio dal pubblico selezionato dei ridotti cittadini al pubblico a pagamento e alle compagnie professionali dei grandi teatri veneziani; le proposte di riforma di Francesco Albergati Capacelli, in direzione di un teatro di solidi valori sociali affidato ad una recitazione ispirata a naturalezza e misura.