Il presente lavoro è stato dedicato allo studio di un'azienda agroenergetica con ordinamento produttivo cerealicolo zootecnico modificato per includere la produzione di energia fra le attività del piano produttivo.
Si è dimostrato che i risultati ottenuti pur essendo superiori alla media regionale sono suscettibili di miglioramento se si utilizzano superfici di maggiori dimensioni con conseguenti vantaggi di economie di scala, efficienza logistica e migliore coordinamento di filiera. Allo stato attuale il produttore consegue il maggior vantaggio economico riciclando l'olio in azienda il cui costo è inferiore rispetto al costo del carburante agricolo. I vantaggi per la collettività sono consistenti: maggior sicurezza offerta dalla diversificazione produttiva e dalle esternalità positive derivanti dalla riduzione dell'effetto serra; questi valori non sono stati conteggiati perché non è prevista la remunerazione di queste esternalità da parte dello Stato il quale offre sono incentivi alle colture energetiche che rappresentano mediamente circa il 2,5% del totale ricavi. Non si è verificata la temuta sottrazione di superficie agricola per produzioni alimentari e in questo modello produttivo, si evidenzia che produzione energetica ed alimentare sono fra loro complementari. I bilanci economici ed energetici sono positivi: la produzione agricola è la più onerosa dal punto di vista economico ed energetico. L'obiettivo da perseguire sarà pertanto la riduzione del consumo energetico, compatibile con un livello di produzione variabile da zona a zona. Le possibili strategie sono:
- adeguamenti filotecnici: riduzione degli input in funzione della destinazione d'uso e miglioramento delle tecniche agronomiche con adozione del minimum tillage e no tillage;
- scelta delle specie e varietà più idonee alla produzione di energia con accorciamento dei cicli produttivi per aumentare la produzione di biomassa;
- produzione su scala ottimale, anche recuperando terreni a minor produttività mediante la formula del set-aside energetico.