Il presente studio ruota attorno al nesso che lega fra loro i “processi diasporici” e le costruzioni identitarie italiane all’estero e cerca di cogliere il ruolo giocato dal territorio e dalla lingua all’interno di questa trama concettuale.
Tale tematica è stata analizzata a partire da una ricerca empirica da me condotta nella città di Vancouver presso le associazioni facenti capo all’Italian Cultural Centre, alla Famee Furlane e all’ex circolo sardo. Il lavoro, che da un punto di vista metodologico si è avvalso di strumenti di tipo qualitativo e quantitativo (interviste e questionari semi-strutturati), coglie l’invito del costruttivismo sociale a ritenere le identità come dei processi piuttosto che come dati di fatto; tale impostazione è quella ormai accettata dalla maggior parte degli studiosi che si occupano della tematica ed è stata ribadita recentemente anche in ambito geografico nazionale.
Le identità italiane a Vancouver sono il luogo di una continua ridefinizione; prendono corpo nei discorsi di appartenenza, all’interno delle trame quotidiane che si strutturano tra il “qui e il lì”, tra Italia e Canada, mutano ad una lettura generazionale, o semplicemente in base al profilo culturale del migrante. Da qui l’accenno, interno allo stesso titolo del lavoro, al divenire, ad un qualcosa che non è statico e definito, non è un “confine”, ma una “frontiera” di significati e di relazioni che vengono tessute quotidianamente tra luoghi e persone più o meno distanti.