Le esperienze di traduzione in lingua friulana della Scrittura, nel Settecento ancora sporadiche e limitate a singoli brani biblici, diventano più frequenti e più ampie nella seconda metà del Novecento, finché, sullo scorcio del secolo, viene messa a disposizione della comunità friulanofona la versione integrale della Bibbia. A partire da tali traduzioni e da altri scritti di argomento religioso, come prediche e catechismi, il contributo si propone di prendere in esame in questi testi i criteri individuati di volta in volta dai diversi traduttori ai fini della resa dei nomi propri di persona e di luogo. Com’è accaduto in molte lingue non soltanto romanze, parecchi nomi biblici sono filtrati in friulano attraverso il latino, divenendo parte dell’antroponimia popolare tradizionale. Per i nomi rimasti esclusi da questo processo, invece, si è fatto ricorso a prestiti acclimatati o in diversa misura integrati, e non sempre a partire dalla forma italiana, ma anche da quella latina, da quella greca o da quella ebraica.