Il testo propone una riflessione sul tema dell’interdisciplinarità in architettura attraverso il concetto di “interdipendenza”, comunemente usato in riferimento a rapporti di cura tra individui in diverse situazioni di a-tipicità fisica o neurologica, o fragilità sociale. A partire da un'esperienza di ricerca rivolta all'abitare di persone con autismo, vengono esplorate le relazioni possibili tra l'architettura e le altre discipline sia tecniche che umanistiche, sostenendo che lo scambio reciproco diviene “costruttivo” nel momento in cui ci si lascia interrogare dagli altri saperi e ci si apre alla disponibilità di ricevere interpretazioni e riflessioni.