Nel carme 65 di Catullo coesistono due attitudini della voce poetica, una formale e discorsiva (rappresentata dalla lettera a Ortalo) e una meditativo-lirica (rappresentata dalla sincera apostrophe al fratello appena scomparso). Ma né una visione lineare (sequenza di discorso primario – discorso secondario – discorso primario), né una visione ciclica, registrazione di una ‘cornice e di un modello incastonato’ (discorso primario = cornice; discorso secondario = centro), rappresentano veramente la struttura del carme: piuttosto, deve essere inteso come un’unità psicologica dinamica, in cui la relazione tra forma esterna e interna, tra attitudine comunicativa e espressiva, e tra le dimensioni temporali di consapevolezza e di opportunità, è intrecciata dall’invenzione e dal lavoro di immagini calibrate. Uno studio attento delle immagini ci permette anche di occuparcene con nuovi strumenti per una critica efficace. In Catullus’ poem 65 two attitudes of the poetic voice coexist, a formal and discursive one (represented by the letter to Ortalus) and a meditative-lyrical one (represented by the heartfelt apostrophe to his brother just died). But neither a linear vision (sequel of primary speech - speech secondary - primary speech) nor a cyclic vision, recording a ‘frame and inset pattern’ (primary speech = frame; secondary speech = center), truly represent the structure of the poem: rather, it must be understood as a dynamic psychological unit, in which the relationship between external and internal form, between communicative and expressive attitude, and between the temporal dimensions of consciousness and of opportunity is woven from the invention and work of calibrated images. Careful study of the images also allows us to deal with new tools for effective criticism.