Edizione critica, che pubblica entrambe le redazioni di Senilità, la
prima edita in volume nel 1898 (Trieste, Ettore Vram)
e la seconda del 1927 (Milano, Giuseppe Morreale). Il testo è preceduto da un'introduzione che ripercorre il passaggio tra i due stati del testo, evidenziando la profonda revisione operata dall'autore; per la quale egli si affidò principalmente a Marino de Szombathely e, probabilmente, anche al genero Antonio
Fonda Savio. Si dà conto della genesi e degli sviluppi successivi del testo servendosi in particolare dell’epistolario (compresi alcuni documenti inediti) e, con la dovuta cautela, degli scritti retrospettivi dello stesso Svevo, registrati nella ricca sezione delle Testimonianze e ricontrollati sugli originali conservati presso il Museo Sveviano. Le due edizioni mostrano momenti distinti «nell’itinerario psicologico, ideologico, culturale, narrativo, linguistico e stilistico di Svevo» (B. Maier), e per questo sono pubblicate separatamente, corredate ciascuna di una fascia di apparato genetico, in cui si registrano, rispettivamente,
le varianti dell’edizione su rivista («L'Indipendente» di Trieste) rispetto a quella in volume (Vram), e le varianti di quest’ultima rispetto alla edizione Morreale. In Appendice si registrano le stesure preparatorie della Prefazione alla seconda edizione, e, soprattutto - entro un'apposita Tabella dei postillati - tutte le varianti che documentano in maniera lineare l'intero percorso che conduce dal 1898 al 1927 e il serrato lavorìo formale a cui Senilità fu sottoposta a partire dal marzo 1926.