La politica tributaria autonomistica delle Regioni è ispirata a un self restraint nella ricerca di nuove fonti di entrata (per preoccupazioni elettorali e vincoli giuridico-costituzionali) ed è limitata verso il basso da esigenze di gettito. Per contro la reazione dello Stato è animata da una visione centralistica della finanza pubblica che mal tollera qualsivoglia esercizio, ancorché minimale, degli spazi di autonomia tributaria esistenti a livello locale. Ne risulta una dialettica istituzionale sull’autonomia tributaria che si muove su uno spazio asfittico, con una micro-conflittualità su questioni di nicchia e di dettaglio, come quella che ha impegnato la Corte Costituzionale nella sentenza annotata.