Nei locali al primo piano dell’edificio centrale dell’Università degli studi di Trieste che ospitano il Rettorato, trovano posto numerose opere d’arte giunte nelle collezioni dell’Ateneo in momenti e situazioni assai diversi tra loro. Il nucleo più importante proviene dall’«Esposizione Nazionale di Pittura Italiana contemporanea», allestita nell’Aula Magna tra il dicembre 1953 e il marzo dell’anno successivo: un momento particolarmente difficile del lungo dopoguerra vissuto dalla città, che sarebbe tornata all’Italia soltanto un anno dopo, nell’ottobre di quello stesso 1954.La rassegna era stata voluta dal Rettore Rodolfo Ambrosino, dal Soprintendente ai Monumenti Gallerie e Antichità Benedetto Civiletti e dal primo titolare della cattedra di Storia dell’arte Gian Luigi Coletti come testimonianza del legame culturale della città con l’Italia, oltre a essere un evento di rilievo nella storia artistica di quegli anni. Questa raccolta, notevolmente arricchitasi nel corso dei decenni, rimane il più importante e visibile nucleo delle collezioni d’arte dell’Ateneo, che tuttavia sono ben più ampie e strutturate e soprattutto appaiono in continua espansione grazie a quel forte legame instaurato nel tempo dall’Università di Trieste con il proprio territorio. Quest’ultimo era del resto uno dei punti che il progetto della mostra allestita nel 1953 intendeva sviluppare sul piano culturale oltre che politico. Un obbiettivo che quindi è stato raggiunto e che consente all’Ateneo di vantare oggi una raccolta di opere d’arte che appare esemplare nel panorama delle collezioni delle università italiane.