Alla vigilia della nascita della Modernità, la storia della <em>Geographia</em> di Tolomeo è stata spesso descritta attraverso una prospettiva che ha privilegiato gli eventi della costa occidentale del Mediterraneo. Nondimeno, un processo parallelo si registrava nella stessa epoca sulla costa orientale, alla corte del Sultano Maometto II a Costantinopoli, la città che sarebbe divenuta Istanbul, centro dell’Impero ottomano appena creato. Nel 1465, lo studioso bizantino Giorgio Amiroutzes (ca. 1400-1475) e suo figlio Mehmed Beg realizzavano una nuova carta del mondo in arabo: una delle grandi imprese negli studi geografici successivi alla caduta di Costantinopoli (1453). In seguito, furono incaricati di tradurre in lingua araba l’opera tolemaica.
Nel presente lavoro, si richiamano alcune ricerche relative al contributo fornito da Amiroutzes e altri studiosi, tra cui Giorgio Trapezuntius, alla visione ecumenica di Maometto II e al desiderio del Sultano di creare un nuovo spazio di espansione. Al contempo, si pongono alcune basi per le future ricerche sui contenuti di toponomastica, geopolitica e geografia matematica nella produzione cartografica al tempo di Maometto II e, in particolare, nella carta del mondo analizzata.