Il saggio pone a tema la relazione tra i concetti di limite e di infinito, di fronte alla sfida epocale del fenomeno migratorio. La questione etico-politica risulta seconda rispetto al momento primo della considerazione teorica: l’ospitalità o la proprietà, prima di riguardare la definizione di un programma d’intervento, concernono la costituzione della coscienza stessa e la condizione umana, segnata dai suoi bisogni. Se il limite interessa necessariamente la definizione dei modi d’azione, l’infinito si impone come principio di apertura. Sui temi dell’ospitalità e dell’apertura di spazi, sono qui analizzate le tesi di alcuni autori collocate all’interno del dibattito contemporaneo, per riflettere sul nesso tensivo tra la limitazione e la dischiusura, così che l’una non si riduca alla paura dell’illimitato, e affinché l’altra richiami l’istanza etica irrinunciabile per il riconoscimento dell’umano.