Il testo suggerisce una riflessione sul ruolo degli studi umanistici, e nello specifico degli studi di orientalistica, di fronte a situazioni geopolitiche difficili. L’autore si interroga sullo scopo di tali studi, considerando sia il passato, sia i più recenti sviluppi politico-militari in Medio Oriente e nell’Asia Centrale. La riflessione riguarda anche l’attitudine etica e ideologica dello studioso di orientalistica, partendo dal presupposto che «credere tale mestiere avulso dalla storia» sarebbe illusorio, ma che d’altra parte non può esistere un’obiettività culturale, religiosa, politica e filosofica assoluta. The paper’s goal is to stimulate a reflection on the role of Humanities, more specifically of Near Eastern and Oriental studies, facing critical geopolitical situations. The author wonders about the purpose of such studies, considering both past events and today’s political and military developments in the Middle East and Central Asia. His analysis concerns the Orientalist’s ethical and ideological attitude, on the assumption that «to believe such a Job divorced from history» would be an illusion, but on the other hand that an absolutely impartial way to assess cultural, religious, political and philosophical problems cannot exist at all.