La pubblicazione analizza Un eroe (2021) di Asghar Farhadi attraverso la figura ambigua del protagonista Rahim Soltani, osservato come personaggio “in maschera” all’interno delle tensioni sociali dell’Iran contemporaneo. Il testo evidenzia come Farhadi costruisca sin dall’incipit una traiettoria simbolica — dalla prigione alla tomba di Serse — che mette in scena il desiderio di ascesa morale e sociale del protagonista. Rahim proietta un’immagine di bontà e altruismo che gli permette di ottenere consenso pubblico, ma questa stessa immagine funziona come maschera che nasconde timori, zone d’ombra e contraddizioni. L’analisi mostra come la drammaturgia del film lavori sullo scarto tra identità esibita e identità reale, fino alla frattura definitiva della maschera nel confronto con Bahram, momento in cui Rahim rivela la sua natura profondamente umana e fallibile. La riflessione proposta si concentra quindi sul modo in cui Farhadi smonta l’idea archetipica di “eroe” per sostituirla con la complessità morale dell’individuo, offrendo uno sguardo critico sulla pressione sociale, sulla manipolazione dell’opinione pubblica e sui limiti delle narrazioni edificanti.