Nella fortunatissima opera prima di Claudio Magris, Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna e contemporanea, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 1963, Grillparzer, il poeta della legalità absburgica, è la chiave di volta di tutta la ricostruzione storiografica proposta: in particolare nella sua opera drammatica vengono riconosciuti i caratteri salienti del mito. In questo contributo il capolavoro del drammaturgo austriaco, Ein Bruderzwist in Habsburg, viene riletto sulla scorta di un suggerimento di Carl Schmitt che aveva avvicinato il protagonista della piéce di Grillparzer alla enigmatica figura del katechon, il potere che frena, menzionato in una lettera di Paolo di Tarso. Nella prospettiva filosofico-politica qui adottata l’imperatore Rodolfo II d’Absburgo non appare tanto l’incarnazione dei tratti decisi del ‘mito, quanto il portatore di una forza frenante che fallisce perché, come i suoi avversari, è costretto ad agire. Non dalla sua figura in sé, ma dalla costruzione dell’azione drammatica scaturisce quindi il momento decisivo per la genesi del mito absburgico.