Il contributo muove dalle recenti modifiche alle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale approvate l’8 gennaio 2020. Con queste modifiche è stato introdotto, per la prima volta nel nostro ordinamento, l’istituto dell’amicus curiae. Si è poi previsto, in ambito istruttorio, che la Corte possa disporre l’audizione di esperti di chiara fama al fine di dirimere questioni particolarmente complesse. Infine la Corte ha inciso sulla disciplina dell’intervento nel giudizio di costituzionalità in parte recependo l’orientamento giurisprudenziale consolidato. Dopo aver passato in rassegna le singole modifiche, ci si interroga sulle ricadute di esse in relazione alla fisionomia del giudizio di costituzionalità delle leggi. Fermo restando che la conformazione degli istituti di nuovo conio è in sostanza affidata alla prassi giurisprudenziale, si può tuttavia constatare che non si tratta di modifiche in grado di incidere in profondità sull’assetto del processo costituzionale, in relazione al quale altre sarebbero le innovazioni che potrebbero essere prese in considerazione e di cui da tempo si ragiona in dottrina (ad esempio l’ipotesi di acceso diretto o l’introduzione dell’opinione dissenziente).