Raccontare la propria esistenza implica la necessità di tradurre il tempo in tempo umano attraverso una narrazione. Ciò è reso possibile dal legame profondo tra vita e racconto individuato da Ricoeur nell’ identità di nozioni quali progetto fine mezzo e circostanze su cui si fonda sia la semantica dell’azione, motore dell’esistenza umana, sia la costruzione del racconto. La configurazione trasforma la successione degli avvenimenti, filtrati dall’esperienza soggettiva di essi, in una totalità significante e articola l’esperienza in forme simboliche. Tale procedimento nell’autobiografia di Berberova si concretizza nelle diverse simbologie che l’autrice trae da una rilettura dei ricordi alla luce della memoria che ne ha nel presente. Esse confluiscono in un’ immagine-simbolo della tradizione pittorica rinascimentale italiana: Tobia e l’Angelo, immagine-simbolo attraverso cui è possibile risalire al significato che Berberova attribuisce all’Italia nell’interpretazione della propria vita
