La crisi energetica del 1973 e l'arrivo di Agnelli alla Presidenza di Confindustria determinarono un ribaltamento delle politiche contrattuali e dei
rapporti fra categorie e Confederazioni. Il segretario della Cgil, Luciano Lama, convergeva con Agnelli sulla necessità di accentrare le relazioni industriali per stemperare il conflitto sociale e moderare le richieste salariali.
La filosofia egualitaria, tratto distintivo dell'autunno caldo, venne stravolta con il principio del salario come variabile dipendente dalla produttività. Le tensioni fra la Federazione Unitaria Cgil-Cisl-Uil e la Fln non si appianarono e la linea confederale uscì vincente dall'assemblea dei delegati e dei Consigli Generali, nel 1978. La Federazione Unitaria riprendeva le redini del movimento sindacale. Dopo la marcia dei 40 mila e la grave sconfitta subita alla Fiat, in conseguenza delle innovazioni tecnologiche e della organizzazione della produzione, prese corpo la concertazione e un lento declino del sindacato.