Gli archivi sono luoghi deputati alla conservazione e trasmissione del sapere, luoghi della continuità e di aspirazione alla memoria. Nel caso degli archivi cinematografici, il bisogno della conservazione nasce da un insieme di motivi complessi e concatenanti: ha inizio con la presa di coscienza, da parte delle istituzioni, dell’importanza del patrimonio cinematografico come parte dell’identità culturale delle nazioni.
Nell’apparente ossimoro della “cineteca digitale”, s’intende qui riassumere l’attuale duplice natura degli archivi di film: non solo depositari di un patrimonio di cultura visuale, ma anche enti capaci di dialogare con le tecnologie contemporanee, con i nuovi statuti e le nuove forme della ricezione spettatoriale, volti all’immaginazione del futuro. Assistiamo dunque a una tensione tra i supporti che concretizzano un passato storico, e lo statuto complesso dei sistemi digitali, improntati alla virtualità e all’evanescenza di un "nomos" invisibile.