Il contributo analizza i caratteri insediativi ed architettonici messi in atto negli anni dell’occupazione italiana nella regione storico-geografica dell’altopiano cirenaico correlandoli alle trasformazioni territoriali che essi hanno prodotto. A questo fine, studi e ricerche sull’architettura e l’urbanistica negli ex-possedimenti coloniali italiani sono posti a confronto con quanto è stato possibile riscontrare nel corso del sopralluogo compiuto nell’autunno 2009.
L’argomento è affrontato suddividendo il periodo in due fasi contraddistinte da strategie, capacità e modalità operative decisamente diversificate.
La trattazione si sofferma maggiormente sulla prima fase, grossomodo comprendente i primi due decenni di occupazione, in quanto è quella per la quale le fonti documentarie reperibili in Italia e, di conseguenza, gli studi fin qui condotti, risultano più carenti.
Per i più noti interventi degli anni 1930, quando l’intera regione è sotto l’effettivo controllo italiano ed è intrapresa la cosiddetta campagna di “colonizzazione demografica”, il contributo si limita invece a proporre alcune considerazioni di sintesi sulle permanenze che è possibile cogliere nell’assetto attuale del territorio e sulle condizioni in cui versa un’architettura che, da poco completata o in via di completamento, si è trovata a sopravvivere al disegno retorico, prima ancora che agli scopi concreti, cui era chiamata a dare forma costruita.