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Schemi globali, traffici marittimi internazionali, e guise di valorizzazione del Porto Franco di Trieste

Querci, Francesco A.
2001
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Abstract
Il crescente potere della finanziarizzazione nel processo di ricomposizione dello shipping marittimo internazionale, l’ordina globale dei traffici costituiscono le cause principali del ritardo culturale palesato dalla dottrina per la definizione delle caratteristiche essenziali permanenti del “fenomeno giuridico marittimo”. Per la libertà globale della finanza e del commercio marittimo internazionale, lo spazio delle istituzioni giuridico-statuali e del singolo ordine giuridico statuale è stato drasticamente ridotto e le forme giuridiche di tutela approntate sono scarsamente utilizzate dagli operatori marittimi e portuali nel loro agire giuridico ed economico. Ferve quindi il dibattito sulla “ordinamentalità generale “ predicabile od ineribile strettamente ai caratteri precipui e fondamentali del diritto marittimo comune internazionale, proposta scientifica, al presente, l’unica idonea a dar conto e ad organare giuridicamente il potente potere della finanziarizzazione immanente nel processo di ricomposizione degli assetti gestionali dell’armamento internazionale, nell’ordine globale dei traffici; ad affascinare la configurazione della dimensione e diffusione planetaria dell’insediamento del ceto mercantile. E’ nel disegnato contesto storico operativo va iscritto il comportamento delle forze politiche, della Giunta comunale, della Regione, che non hanno atteso il radicamento dell’autorità portuale, titolare, in esclusiva, delle funzioni di programmazione, di ristrutturazione e di risanamento della portualità triestina, per versare subito, nell’acceso dibattito di politica marittima che gravita attorno al sistema giuliano, il senso vorace del loro appassionato contributo: al di là delle competenze istituzionali, se non abbiamo bene intso, il processo di ristrutturazione del sistema portuale triestino dovrebbe involgere, da un lato, l’attuazzione di un programma di massiva rivalutazione del Porto Nuovo e, dall’altro, consistere nel proposito di prevenire ad una correlativa e contestuale dissoluzione di ogni attività commerciale, industriale, esplicata od esplicabile nel Porto Vecchio, attese sia la fatiscenza delle sue strutture e dei suoi impianti, sia la estrema e residua marginalità della sua utilizzazione. Il lineamento delle zone industriali e portuali di Trieste, racchiuso nella sintesi verbale “Punto franco”, è del tutto improprio sia sotto il profilo storico, sia sotto l’aspetto giuridico. Più che Punti franchi, queste zone rivestono la figura del “territorio internazionale”. Trieste non ha bisogno di strumenti rattrappiti e formanti oggetto di doni votivi a carattere comunitario con respiro finanziario ridotto. Serve a Trieste solo l’applicazione corretta, intelligente, rigorosa, degli strumenti internazionali che un’antica classe politica (Alcide De Gasperi e Carlo Sforza) è riuscita a dare a questo vessatissimo e glorioso lembo metropolitano, strategicamente innervato al confine.
Archivio
http://hdl.handle.net/10077/7025
Diritti
open access
Soggetti
  • Porto Franco di Tries...

  • centri di commerciali...

  • punto franco e territ...

Visualizzazioni
3
Data di acquisizione
Apr 19, 2024
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