Introduzione: Il riconoscimento intra-operatorio delle metastasi nel linfonodo sentinella, in pazienti affetti da cancro della mammella, è utile al fine di procedere ad una linfoadenectomia ascellare immediata nel corso del medesimo intervento. Ciò è fondamentale per evitare una terapia adiuvante tardiva ed un incremento della morbilità e dei costi sanitari.
Scopo di tale lavoro è dimostrare che, la metodica citologica “touch-imprint” (TIC), utilizzata presso l’ Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste, risponde a tale necessità e nel contempo valutarne l’affidabilità.
Materiali e metodi: Nel periodo 2009-2012, presso la nostra struttura sono stati operati 690 carcinomi mammari, di cui 479 (69.4%) sono stati selezionati per la ricerca del linfonodo sentinella con radiocolloide. In 347 carcinomi di dimensioni inferiori o uguali a T2 è stata eseguita la metodica citologica TIC; il linfonodo sentinella è stato successivamente sottoposto all’ analisi istologica standard (sezioni seriate ogni 100 micron per ematossilina-eosina e immunoistochimica) che è stato assunta come “gold standard”.
Risultati: Su 347 TIC 298 casi erano concordanti con la diagnosi istologica (38 veri positivi e 260 veri negativi). Dei 49 casi risultati falsi negativi, l’analisi definitiva ha dimostrato 28 casi di micrometastasi e 21 casi di macrometastasi, mentre dei 38 casi positivi al TIC, 35 risultavano macrometastasi, 2 micrometastasi e 1 caso di cellule tumorali isolate.
La sensibilità e specificità del TIC per macrometastasi sono rispettivamente 64.4% e 100%. Solo 29 casi su 347, pari all’ 8.3%, sono stati sottoposti a radicalizzazione ascellare differita, mentre nel periodo 2005-2008, prima dell’introduzione del TIC,utilizzando l’analisi istologica standard del linfonodo sentinella, tale percentuale era del 18.2%.
Discussione e conclusioni:
Grazie alla metodica TIC il tasso di dissezioni ascellari in differita è diminuito notevolmente (dal 18.2% all’8.3%). Se gli studi, in corso di validazione definitiva, dimostreranno che la linfoadenectomia ascellare nel trattamento delle micrometastasi non è necessaria, si può ipotizzare che il numero di reinterventi sull’ascella possa ulteriormente ridursi. Nella nostra esperienza, grazie alla discreta sensibilità del TIC per le macrometastasi legata all’ ottima confidenza del patologo con i preparati citologici, è stato possibile migliorare in maniera rilevante l’approccio chirurgico sull’ascella ed il timing oncologico, senza impegno aggiuntivo di risorse economiche.