La attuazione della riforma della geografia amministrativa dell'Italia, avviata con la legge 56 del 2014, ha prodotto non soltanto una differenziazione interna fra regioni con e senza città metropolitana, che si unisce a quella preesistente fra regioni a statuto ordinario e a statuto speciale, ma anche una rincorsa a una maggior differenziazione in cui i territori che si considerano maggiormente dotati - dal punto di vista economico - ritengono necessario poter disporre di prerogative di autonomia maggiori rispetto al resto del Paese. Il contributo discute la prospettiva alla luce delle richieste di "autonoma differenziata" presentate da Veneto, Lombardia e Emilia Romagna.