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Individui, spazi e confini nella modernità liquida di Zygmunt Bauman

Maceratini, Arianna
2019
  • Controlled Vocabulary...

Periodico
Tigor. Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica
Abstract
La modernità liquida viene descritta da Bauman come la fase più dinamica della globalizzazione, nella quale un ruolo di primo piano è giocato dalla crisi delle tradizionali prerogative statuali che innescano processi di privatizzazione e di deregolamentazione. Ben distante dal delineare un fenomeno omogeneo, la globalizzazione si pone come elemento in grado di generare effetti contrastanti: da un lato essa tende ad uniformare, dall’altro tende a generare nuove distinzioni ed esclusioni basate, in primo luogo, sulla differente capacità di movimento, sia a livello globale che a livello locale. Alla deregolamentazione e alla flessibilità dei poteri globali corrispondono, infatti, l’extraterritorialità e la velocità di azione, qualità che dimostrerebbero una crescente irrilevanza dei luoghi, ovvero, una prevalenza della dimensione temporale sulle dinamiche spaziali. Laddove il tempo è inteso nell’istantaneità del momento e ridotto a zero, di riflesso, anche lo spazio smarrisce ogni rilevanza. Ne conseguono una progressiva volatilizzazione dei rapporti sociali nonché un’inedita ripartizione dei ruoli e delle funzioni all’interno delle città a cui corrispondono nuove forme di esclusione e di diseguaglianza, sia tra le diverse città che nel medesimo contesto urbano, a proposito del quale Bauman rileva la crescente presenza di spazi pubblici ma non civili essendo gli spazi pubblici civili caratterizzati dalla spontaneità delle relazioni e da un’autentica libertà di espressione. Il contemporaneo processo di smarrimento della capacità di confronto con l’estraneo può essere osservato anche nei cosiddetti ambienti virtuali: anche in tali luoghi, il compito di regolamentazione è assegnato principalmente alla politica della vita la quale, attraverso il web, ha avuto accesso e ha assoggettato l’arena pubblica. Ciò ha contribuito, anche nei contesti virtuali, alla riduzione della sfera pubblica a vantaggio dell’ambito privato di azione, sottraendo peso al senso politico del cittadino. La spinta verso comunità di simili, se a prima vista può essere intesa come una sorta di polizza assicurativa contro i rischi, naturalmente connessi alla vita quotidiana di una società complessa, porta, tuttavia, a disimparare l’arte della civile convivenza. Puntare sulla piena valorizzazione dei luoghi pubblici, virtuali come reali, va in direzione di un’autentica apertura alla conoscenza dell’altro che consenta di oltrepassare la competizione fine a sé stessa e di strutturare efficaci reti sociali. Liquid modernity is described by Bauman as the most dynamic phase of globalization, in which a leading role is played by the crisis of traditional state prerogatives that trigger processes of privatization and deregulation. Far from delineating a homogeneous phenomenon, globalization presents itself as an element capable of generating contrasting effects: on the one hand it tends to uniform, on the other it tends to generate new distinctions and exclusions based, first of all, on the different capacity for movement , both globally and locally. In fact, the deregulation and the flexibility of the global powers correspond to the extraterritoriality and the speed of action, qualities that would demonstrate a growing irrelevance of places, that is, a prevalence of the temporal dimension over spatial dynamics. Where time is understood in the instantaneousness of the moment and reduced to zero, consequently, space also loses all relevance. The result is a progressive volatilization of social relations as well as an unprecedented distribution of roles and functions within the cities to which new forms of exclusion and inequality correspond, both between the different cities and in the same urban context, about which Bauman notes the growing presence of public but not civil spaces, as civil public spaces are characterized by spontaneous relationships and genuine freedom of expression. The contemporary process of losing the ability to compare with the stranger can also be observed in the so-called virtual environments: even in these places, the regulatory task is mainly assigned to the politics of life which, through the web, has had access and has subjected to the public arena. This has contributed, even in virtual contexts, to the reduction of the public sphere for the benefit of the private sphere of action, subtracting weight from the political sense of the citizen. The drive towards similar communities, if at first sight can be understood as a sort of insurance policy against risks, naturally connected to the daily life of a complex society, leads, however, to unlearn the art of civil coexistence. Focusing on the full exploitation of public places, virtual as real, goes in the direction of an authentic openness to the knowledge of the other that allows to overcome the competition for its own sake and to structure effective social networks.
Archivio
http://hdl.handle.net/10077/27261
Diritti
open access
Soggetti
  • Globalizzazione

  • Diritto

  • Tempo

  • Spazio

  • Città

  • Spazi virtuali

  • Sfera pubblica

  • Esclusioni

  • Globalization

  • Right

  • Time

  • Space

  • Globalized city

  • Virtual spaces

  • Public sphere

  • Exclusions

Visualizzazioni
1
Data di acquisizione
Apr 19, 2024
Vedi dettagli
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