Diego Zucca’s book offers a systematic treatise of metaphysical, semantical and phenomenological aspects of perceptual experience, oriented toward the constitution of a unitary view on the subject: the outcome is a specific variety of intentionalism – a variety according to which perceptual experience is fundamentally representational and relational.In the first section of my critical notice I describe the content of the five parts of the book and I place it in the context of the contemporary philosophy of perception. In the second section I make two critical remarks: first, I argue that Zucca’s brand of relationalism is essentially informed by the role that he attributes to distal causes in the individuation of perceptual experiences, and that this does not put him in a position to address the challenges presented by disjunctivism (2.1, 2.2). Second, I argue that the responses offered by Zucca to Travis’s argument against perceptual content are not entirely satisfactory (2.3) Il libro di Diego Zucca offre una trattazione sistematica di aspetti metafisici, semantici e fenomenologici della percezione, orientata a costituire una teoria unitaria sull’argomento: ne risulta una specifica variante dell’intenzionalismo, secondo la quale l’esperienza percettiva è fondamentalmente rappresentazionale e relazionale.Nella prima sezione descrivo il contenuto delle cinque parti del libro, collocandolo nel contesto della filosofia contemporanea della percezione. Nella seconda sezione muovo due rilievi critici: come prima cosa argomento che il relazionalismo di Zucca è essenzialmente informato dal ruolo che egli attribuisce alle cause distali per l’individuazione delle esperienze percettive, e che questo non lo mette in condizione di rispondere alla sfide del disgiuntivismo (2.1, 2.2). Come seconda cosa, argomento che le riposte offerte da Zucca all’argomento di Travis contro il contenuto percettivo non sono del tutto soddisfacenti (2.3).
