Nel suo "Commento alle Sentenze", l. II, d. 18 q. 1, Gregorio da Rimini affronta il problema se la formazione di Eva da una costola del corpo di Adamo richieda o meno l'aggiunta di ulteriore materia. Si tratta quindi di una questione di tipo ontologico che rientra nell'ambito del più ampio problema di definire i limiti dell'onnipotenza divina. Gregorio elabora la sua posizione attraverso la critica di quella di Ugo di S. Vittore, ma il suo vero bersaglio risulta essere uno dei capiscuola del suo stesso ordine, l'agostiniano Egidio Romano