Nell’articolo si analizzano i saggi e le
monografie che i critici dell’emigrazione
russa hanno dedicato all’opera di
Čechov. Alla definizione di bytopisatel’,
di cronista ancorato al suo tempo, con
cui nella Russia Sovietica degli anni
Venti si decretava l’appartenenza
dello scrittore ormai al passato, viene
contrapposta la modernità di Čechov
sia per le riflessioni su problematiche
esistenziali sempre attuali sia per il
carattere innovativo della scrittura. The article analyses essays on
Chekhov’s works written by Russian
emigration critics. It focuses on the
contraposition between Chekhov
as a writer belonging to the past, a
bytopisatel’ and chronicler of his times,
as stated by Soviet Russia in the 1920s,
and Chekhov as a truly modern writer
provoking reflection on timeless existential
issues through his innovative
writing.