Con i lavori dedicati dall’autore a Filippo Argenti e Arcangelo Carradori, entrambi favorevolmente accolti dalla critica, il presente volume completa
una trilogia relativa ai principali manoscritti lessicografici turchi in trascrizione redatti tra il XVI e XVII secolo (rimarchevolmente tutti ad opera di italiani).
Per la prima volta si presenta qui in edizione integrale il "Dittionario della Lingua Turchesca" di Pietro Ferraguto, noto finora solo parzialmente dai dati forniti
da A. Bombaci in un saggio del 1940. Ferraguto, nato a Messina verso il 1580,
fu catturato dai turchi nella sua prima giovinezza e incarcerato a Tunisi
per sei anni. Rientrato in Italia entrò a far parte della Compagnia di Gesù
e compilò una sorta di manuale della lingua turca ad uso dei missionari,
datato 1611 e comprendente un lemmario di circa 2500 voci turche,
il cui unico manoscritto è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli. L’importanza dell’opera nel quadro della lessicografia ottomana è notevole soprattutto perché si tratta di una fondamentale testimonianza del turco ‘barbaresco’ parlato un tempo nell’area maghrebina, finora piuttosto malnoto. Nella presente edizione il materiale ferragutiano viene esaminato
nei suoi tratti fonetici, morfologici, sintattici e lessicali, raffrontato
al turco-ottomano letterario e corredato di un ampio e dettagliato
commento linguistico.